1610-20

Giuseppe Franchi, Immagine edessena, Salvator mundi, olio su tela, 1610-1620, Italia. Biblioteca Ambrosiana (inv.1498), Milano.

Ambrosiana

 

Federico Borromeo trattò i temi delle acheropite di Cristo nel De Pictura Sacra dove scrisse del Mandylion che “era fatto dal vivo e con grande cura“. Il cardinale volle una copia del Mandylion di Edessa nella sala di lettura della Biblioteca Ambrosiana, come ritratto di Cristo sopra i ritratti degli uomini illustri. Può essere la sua valorizzazione dell’Immagine di Edessa ad aver rinnovato la fortuna del soggetto iconografico. Molte riproduzioni del Volto Santo nel XVII e nel XVIII in Italia e in Europa si rifanno al volto sereno e trasfigurato del Mandylion di re Abgar. Alcune di esse sicuramente realizzate in occasione della collocazione della Sindone nel Duomo di Torino (1694).

Nella Biblioteca Federico Borromeo conservava anche la copia ricevuta in dono dal Grimaldi del suo opuscolo sulla Veronica romana, ma non scelse alcuna opera avente come soggetto la Veronica per il Museo Ambrosiano.

Cfr. Pamela M. Jones, Federico Borromeo e l’Ambrosiana, Vita e Pensiero, 1997.

 


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