1998

Olivier Clément, Sesta stazione, Via crucis al Colosseo, 1998, Roma, Italia.

Sesta Stazione

Si diceva allora di uno schiavo che è “senza volto”,
ed ecco che il più bello dei figli dell’uomo
non è altro che uno schiavo torturato,
che si vede tanto meno quanto più lo si tortura.
Così lui si è identificato
con tutti i “senza volto” del mondo,
quelli che vengono picchiati perché siano sfigurati
e derubati della loro anima,
quelli che per ore e ore, davanti al volto
non hanno altro che schermi di computer,
quelli che sono desiderati senza essere amati,
e i ricchi di una falsa gioventù truccata.
E voi, passanti tra folle solitarie,
che nessuno guarda
con uno sguardo che faccia esistere.
Volti come foglie morte nei rigagnoli delle grandi città,
ma che il vento forte dello Spirito
fa risorgere sotto la croce
quando ad ognuno tu dici:
oggi sarai con me in paradiso.

Solo una donna,
creatura della tenerezza e della compassione,
con un gesto di madre o di amante,
ha liberato il tuo volto dalla maschera
di sudore, di sangue, di sputi.
Ed ecco che il tuo Volto Santo,
quello impresso sul velo della Veronica,
quello ricevuto da un re di Edessa,
o quello del sudario bruciato dal fuoco dello Spirito,
il tuo Volto si moltiplica nelle nostre chiese
per insegnarci a scoprire,
sotto tante maschere,
il volto dell’uomo,
sotto tante maschere il volto di Dio.

O Dio, tu, l’inimmaginabile,
ci hai rivelato il tuo volto
in un volto di uomo trasfigurato,
in un volto di uomo sfigurato.
Perché la Vita si è manifestata
e si è fatta visibile.
Donaci lo sguardo della Veronica
per intravedere in ogni uomo la tua immagine.
E, come sul velo miracoloso,
imprimi il tuo volto nel nostro cuore
perché si infiammi.

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