terzo quarto XIV secolo

Santa Veronica con il velo e Velusiano davanti a Tiberio, miniatura, inchiostro su pergamena, Evangelica Historia, ms L58 Sup., ff. 66r, 66v, 67r, 1350-1375, Lombardia, Milano (?), Italia. Biblioteca Ambrosiana, Milano.

f. 66r
f. 66v
f. 67r

Il manoscritto trecentesco di chiara produzione lombarda, probabilmente milanese, contiene tre raffigurazioni della Veronica. Si tratta di un codice, scritto in gotica libraria, contenete il racconto della vita di Cristo, delle vicende riguardanti la morte di Pilato, l’assedio e distruzione di Gerusalemme e infine il transitus Virginis, compilati sulla base dei quattro vangeli canonici, di alcuni vangeli apocrifi e della Legenda aurea.

Il manoscritto è ornato da 158 raffinate illustrazioni; probabilmente dovevano essere più numerose, vista la perdita di alcuni fogli. La decorazione miniata, tracciata a inchiostro direttamente sulla pergamena e volutamente lasciata a monocromo, è opera di un anonimo miniatore attivo in Lombardia nel terzo quarto del secolo XIV e fortemente influenzato dalla cultura gotica francese, come si evince dalla tipologia dei volti e dei panneggi. Benché il codice sia mutilo dei primi fogli, solitamente recanti utili indicazioni per cogliere l’identità del committente, la presenza di due vessilli con la biscia viscontea (ff. 27v e 53v), oltre a confermarne l’origine milanese, fa ritenere che sia stato commissionato da qualche personaggio della famiglia Visconti o del suo più stretto entourage. Quasi ogni foglio presenta la raffigurazione di un episodio che occupa generalmente la metà superiore della pagina, talvolta anche quasi l’intero specchio scrittorio; il testo si dispone al di sotto di tale rappresentazione ma è evidente che la parte rilevante di tale manoscritto risieda proprio nell’estesissima decorazione, che si contraddistingue per l’ininterrotto e caratteristico continuum narrativo. Da f. 65r a f. 68v sono narrate le vicende della Mors Pilati qui Ihesum condempnavit, tratte dalla Legenda aurea, a sua volta integrazione della Cura sanitatis Tiberii e di un’historia apocrypha (von Dobschütz  2006, pp. 174-176; Fogliadini 2011, p. 173). Il racconto miniato comincia a f. 65r con l’imperatore Tiberio, seduto in trono, che ordina al suo servo Volusiano, inginocchiato davanti a lui, di recarsi da Pilato per fare in modo che Gesù, conosciuto da Tiberio quale potente medico, si rechi da lui a guarirlo da una grave malattia di cui soffriva. Nella scena successiva (f. 65v) si assiste al dialogo fra Volusiano e Tiberio: il primo, in piedi di fronte a Pilato, anch’esso seduto su un trono ma meno maestoso di quello regale, riferisce il volere imperale; mentre il governatore, alle cui spalle si trova un manipolo di armigeri, risponde di non potere assecondare tale volontà perché Gesù è stato condannato. Segue (f. 66r) Veronica con aureola e indossante, come molte pie donne, il velo e il soggolo. Essa è ritratta in atto di mostrare a Volusiano l’immagine di Cristo, che, come si apprende dal testo, fu miracolosamente trasmessa da Cristo stesso su un lino per la donna, in modo da rispondere al desiderio di questa di poter aver sempre con sé un’immagine del suo Dio e Signore. Il lino, dai bordi sfrangiati, presenta al centro il volto di Cristo dotato di un’aureola punzonata e crocesignata: i capelli sono lunghi e riccioluti, la barba lunga, indivisa, a punta e anch’essa riccioluta e folta; lo sguardo è centrale e la bocca chiusa. La donna, come anche nei tre fogli seguenti, è rappresentata sempre rigidamente frontale, in atto di reggere con entrambe le mani le estremità superiori del santo telo. La stranezza compositiva della posizione della santa è dovuta al fatto che la ieratica frontalità impedisce alla figura della donna di interagire con gli altri personaggi che via via compongono le scene narrative in cui compare. Forse ciò è dovuto alla volontà del miniatore sia di mostrare perfettamente al riguardante il volto di Cristo, sia di aderire pedissequamente alla nota iconografia. Segue (f. 66v) Veronica posta al centro del foglio tra Volusiano, a sinistra, e Tiberio, a destra. La scena probabilmente rappresenta, in maniera compendiaria, Veronica e Volusiano arrivano a Roma e Volusiano annuncia a Tiberio la morte di Gesù. nto del dialogo fra il sovrano e il suo servo. Nel foglio successivo (f. 67r) è visibile, come nella scena precedente, un compendio di due episodi: Veronica mostra a Tiberio il volto di Cristo, e Tiberio ordina a Volusicconto agiografico narra che «Cesar igitur pannis siricis viam sterni fecit et imaginem sibi precepit presentari». La raffigurazione è assai simile alla precedente in quanto è visibile Veronica al centro del foglio, a sinistra Volusiano e nuovamente a destra Tiberio, mentre il dialogo fra i due uomini è sottolineato dai gesti semplici ma efficaci delle mani.

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(Note Stefano Candiani)


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