Giovanni Da Campo (bottega), Velo della Veronica, sottarco, affresco, 1450-1489 ca., Santa Maria Assunta, Armeno (No), Italia. Perduto.

Il vescovo Volpi, nella visita pastorale del 1629, assicurava che nulla di profano era dipinto nella chiesa di Maria Vergine Assunta ad Armeno, ma ordinava di cancellare un affresco posto sotto l’arco all’inizio della navata settentrionale, raffigurante il Sudario della Veronica e una pittura raffigurante il calice con l’ostia posta nel mezzo del baldacchino che copriva il pulpito. Se questo secondo ordine poteva giustificarsi con la tradizione, che prevedeva in quel luogo la colomba dello Spirito Santo, il primo provvedimento è probabilmente collegabile alle ordinanze emanate da Paolo V, Gregorio XV e Urbano VIII, che vietavano la riproduzione del Volto Santo conservato in Vaticano senza speciale licenza papale e ne ordinavano la distruzione. L’ordine vescovile non venne tuttavia rispettato, tanto che dovette essere ribadito dal vescovo Tornielli nel 1639.

Nella cappella devozionale a Fondovalle di Formazza è dipinta la Trinità, designata come “THINITAS”, che riprende il modello di sovrapposizione dei tre volti barbati, con tre nasi e quattro occhi. Al di sotto della scritta posta al centro dell’arco, è raffigurato il Volto Santo della Veronica sorridente. Al centro la Crocifissione. Un’iscrizione sottostante riporta il nome del committente, Carlo Antonio Matli, e la data, 1750.
Cfr. L’Iconografia della SS.Trinità nel Sacro Monte di Ghiffa, Atti del Convegno Internazionale, Verbania, Villa Giulia, 23-24 Marzo 2007.
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