Petrich Martino, Veronica, chiave di volta, rilievo policromo, 1493, Chiesa di San Quirino, San Pietro al Natisone (Ud), Italia.

La chiesetta di San Quirino è la più antica della parrocchia di San Pietro al Natisone e sorge sul sito di una necropoli protostorica riutilizzata in età romana. L’edificio risulterebbe fondato attorno al 1250. L’abside di questa chiesa sarebbe stato rinnovato nel 1494, come risulta da una lapide collocata sul muro esterno, che fornisce il nome del costruttore e la data di erezione in caratteri gotici: “Anno Domi(ni) 1494 ma(giste)r Mart(inus) Petr(ichic)”.
Il portico con copertura a padiglione è chiuso a sinistra e per metà della fronte e risulta leggermente spostato rispetto all’asse della chiesa; sul colmo del tetto è situata una bifora campanaria.
La porta principale a sesto acuto e leggermente strombata è affiancata da due finestre rettangolari. L’aula è rettangolare con travatura lignea a vista e tavolato al posto delle tradizionali mattonelle in cotto decorate. La muratura è in pietra mista a sassi, intonacata, con pietre angolari a vista; la pavimentazione è in lastre di pietra nell’aula e in cotto nel presbiterio, mentre la copertura è in coppi.
L’arco trionfale a sesto acuto immette nel presbiterio poligonale con soffitto a rete di costoloni, all’intreccio dei quali spiccano il Sole, la Madonna con Bambino, San Giovanni Evangelista, San Quirino in abiti pontificali, e ancora elementi decorativi come rosette e due scudi con lo stemma di Cividale o della Gastaldia d’Antro, mentre piccole colonne in pietra sostengono i capitelli figurati.
L’altare in marmo accoglie un dipinto su tela raffigurante i santi Quirino, Sebastiano e Rocco, opera del cividalese Luigi Bront (XX secolo). A destra dell’abside vi è un lavabo in pietra, scolpito con motivi classicheggianti, e un grande crocifisso ligneo. Lungo i muri perimetrali sono visibili affreschi con decorazioni.
Nel corso del XIX secolo la chiesa corse il rischio di essere demolita per ingrandire e arredare la chiesa di Azzida, ma l’idea venne abbandonata. Attualmente l’edificio appare ben conservato, anche grazie al restauro effettuato dopo il sisma del 1976.






La chiesa è una delle 44 chiesette votive delle Valli del Natisone.
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