Santa Veronica con il velo, statuetta, 1500-1599, Chapelle de Locmaria-Lann, Plabennec, Francia.

Nella cattedrale di Ulm per la prima volta vengono rappresentate le Sibille come profetesse del Salvatore. Le loro profezie mutuate dall’Istituzione divina di Lattanzio furono incluse nelle Sibille sul selciato del duomo di Siena, e nei filatteri di quelle che il Perugino dipinse nel Collegio del Cambio di Perugia. In un opuscolo pubblicato nel 1481, il domenicano italiano Filippo Barbieri portò il numero a 12 (un numero modellato su quello degli Apostoli e dei Profeti che accompagnavano il Credo Apostolico e Profetico), identificando per ognuna di esse un attributo, e una profezia di Cristo. Michelangelo le dipinse sul soffitto della Cappella Sistina tra il 1509 e il 1512. Il tema si unisce all’iconografia dell’Albero di Jesse e, più in generale, dell’approccio tipologico che tende a mostrare che gli episodi della vita di Cristo descritti dai Vangeli sono stati preannunciati.
Le 12 Sibille sono presenti anche in Francia, ad esempio da Jean Colombe in una serie di miniature nelle Ore di Louis de Laval BnF latino 920, tra il 1475 e il 1489, scolpite sugli stalli del castello di Gaillon e dipinte nella cattedrale di Amiens. Nella cappella Locmaria-Lann, le sibille occupavano le nicchie laterali del portico sud (Henri Pérennès, 1938). Forse le nicchie erano state progettate per le statue degli apostoli ma, rimaste vuote, la Fabbrica decise di collocarvi, molto tempo dopo la costruzione del portico, le dieci sibille che riconosciamo dagli attributi, accompagnate da santa Veronica e san Giacomo, forse scelti in quanto patroni dei pellegrini.
Note di Jean Yves Cordier
Segnalata da Manu
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