1519

Salita al Calvario, Via Crucis, rilievo in pietra policromo, 1519, Dobbiaco (Bz), Italia.

La Via Crucis (Kalvarienberg) di Dobbiaco venne eretta nel 1519 ed è pertanto la più antica dell’Alto Adige e anche l’unica pre-controriformistica. […]

Fino al 1500 il paese di Dobbiaco con gran parte della Pusteria faceva parte della contea di Gorizia. In quell’anno, alla morte senza eredi del conte Leonardo, viene annesso da Massimiliano d’Asburgo al Tirolo, trovandosi quindi, pochi anni più tardi, coinvolto nella guerra contro Venezia che tentava di rivendicare a sé i territori di pertinenza “italiana” della contea di Gorizia, all’interno di un complesso quadro di equilibri europei.

La guerra tra Massimiliano e Venezia (1508-1516), città che, oltretutto, impediva all’Asburgo di recarsi a Roma per essere incoronato imperatore del Sacro Romano Impero a tutti gli effetti, si rivela molto impegnativa e dall’esito incerto.

Con la conquista del castello di Peutelstein nel 1511, Massimiliano riesce però a consolidare la sua presenza nell’Ampezzano e a “mettere al sicuro” la Pusteria e quindi anche Dobbiaco.

Quale ringraziamento per questa importante conquista, nel 1514 chiede e ottiene dal Papa Leone X le indulgenze per una Via Crucis da erigere a Dobbiaco.

Da un documento di Peter Santer del 1801, che riporta l’iscrizione che si trovava nella distrutta cappella di Sant’Andrea della parrocchiale di Dobbiaco, punto di partenza della Via Crucis, ricaviamo preziose indicazioni sulla tipologia della stessa e sul tenore della bolla papale del 19 marzo 1514: la Via Crucis doveva misurare 1200 passi e raffigurare sei scene della Passione comprese tra un punto iniziale – la cappella nella chiesa parrocchiale – e un punto di arrivo, il Santo Sepolcro a Lerschach. Chi visitava questi due luoghi durante la settimana santa, rispettivamente il sabato santo, pentito e confessato, riceveva l’indulgenza plenaria; mentre chi si recava negli stessi giorni alle cappelle intermedie e recitava, in ginocchio, un’Ave Maria e un Padrenostro riceveva 100 giorni di indulgenza alla prima, 200 alla seconda, 300 alla terza e 400 alla quarta. L’eguale devozione riservata al Cristo crocifisso tra i dolenti “valeva” 1000 giorni di indulgenza.

La Via Crucis così delineata non viene però costruita da Massimiliano stesso ma, nell’anno della sua morte, il 1519, provvedono alla sua erezione i fratelli Kaspar e Christof Herbst, con le mogli, Elena Frangipane e Regina Gruber.

(di Silvia Spada Pintarelli in Di ritorno dal pellegrinaggio a Gerusalemme a cura di Amilcare Barbero e Giuseppe Roma, Atti delle giornate di studio, Università della Calabria 12-13 maggio 2005, pag 167-168).

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