Pietro Strozzi, Velo della Veronica, pittura su tessuto, acquarello?, 1621, Chiesa del Gesù, Roma, Italia.
Come riporta il cartiglio sul retro l’opera è una delle due autorizzate da Gregorio XV in occasione dell’ostensione del 1621. Destinata a una Duchessa Sforza, questa la lasciò in morte alla chiesa dei Gesuiti. L’altra era per Lavinia Albergati, duchessa di Fiano.
All’origine delle opere di Pietro Strozzi ci fu la richiesta, nel 1616, della cancelleria imperiale di Vienna a Paolo V di una copia del Volto Santo per la regina di Polonia, Costanza. Paolo V, motivò il ritardo dell’invio con la difficoltà di reperire tra i canonici un buon pittore poiché allora solo ai canonici era concesso l’accesso alla reliquia.
Grimaldi, che aveva visto la reliquia nel 1606, reputò la copia dello Strozzi fedele all’originale e riferisce che l’artista/canonico realizzò altre cinque copie. Oltre a quella per la sagrestia del Vaticano e per la regina della Polonia, le altre erano destinate al Papa, al Granduca di Toscana e al vescovo Roberto Ubaldini di Montepulciano.
Il 7 settembre 1616 una lettera di Papa Paolo V proibisce qualsiasi nuova copia, sotto pena di scomunica.
L’evidente soluzione di continuità tra le copie medievali della veronica e questo modello seicentesco è stata oggetto di molteplici studi che non hanno portato a una soluzione condivisa.
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