1625-1636 ca.

Cancello della nicchia superiore del pilastro della Veronica, disegno, 1625-1636 ca., Roma, Italia. Arch.Cap.S.Pietro, H70, foglio inserito tra le pagine 167- 168.

Il disegno anonimo, conservato nella copia dello Speroni dell’opuscolo del Grimaldi, è l’unica testimonianza pervenutaci della cancellata che chiudeva la nicchia superiore del pilastro della Veronica dove è custodito il Sudario, una delle tre Reliquie maggiori conservate in San Pietro. Quando la Fabbrica rivolse la sua attenzione al pilastro della Veronica, uno dei quattro giganteschi piloni a sostegno della cupola, non c’era nessun piano coordinato per essi. Nella nicchia di uno dei pilastri si trovava il monumento a Paolo III di Giacomo della Porta e in un’altra nicchia era posto un frammento della Santa Colonna (secondo la tradizione ad essa si appoggiò Gesù fanciullo durante il dialogo con i dottori nel Tempio). Al centro dei quattro giganteschi pilastri a sostegno della cupola papa Clemente VIII aveva eretto un altare di marmo sopra la tomba di San Pietro. Nel marzo del 1622 e nel gennaio 1623 un certo numero di artisti – rispondendo alla chiamata della Congregazione – presentarono disegni o modelli per l’allestimento ma la commissione venne assegnata all’architetto ufficiale di San Pietro, Carlo Maderno. Seguendo una tradizione medievale di proteggere le reliquie dietro le sbarre, Maderno scelse di chiudere la nicchia superiore con una massiccia cancellata in ferro battuto dorato. Un piccolo cancello ai piedi dell’inferriata dava accesso al balcone, da utilizzare durante le ostensioni pubbliche delle reliquie. Il compito di modellare le parti ornamentali della griglia venne affidato al suo giovane parente Francesco Borromini, mentre Domenico Ferrerio era responsabile della fusione del metallo. Installata nel giugno-luglio 1625,  la cancellata rimase sul posto per poco più di un decennio e non è ci giunta tranne che per due disegni del Borromini (uno conservato all’Albertina) e questo altro disegno più rozzo d’esecuzione, ma che dettaglia l’inferriata con il rilievo dorato del Volto Santo tra testine di cherubini.

Francesco Borromini, Interno di S.Pietro con baldacchino dell’altare maggiore (a sinistra il cancello nella nicchia superiore).

Secondo Luise Rice l’inferriata potrebbe essere stata rimossa perché nascondeva la ricca decorazione interna delle nicchie, rendendo difficilmente percepibili, per chi guardava dal basso, anche l’esistenza stessa della cavità dietro la superficie piatta della griglia.


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