Copia della Sindone di Torino, pittura, 1655, chiesa di San Francesco della frazione di Borgo, Arquata del Tronto (Ap), Italia.
Copia della Sindone, 1655, chiesa di San Francesco della frazione di Borgo, Arquata del Tronto (AP), Italia.
Il telo è stato trovato nel 1980 durante alcuni lavori di restauro in una nicchia murata, probabilmente vi era stata nascosta per proteggerla durante la seconda guerra mondiale. Fino ad allora la copia di Arquata era custodita dai francescani in un’urna.
Il telo si compone in un unico panno tessuto in filo di lino lavorato con trama e ordito perpendicolari. Il lenzuolo è di forma rettangolare e misura 440 cm di lunghezza e 114 cm di altezza. Al centro, nello spazio tra le impronte del viso e della nuca, reca l’iscrizione EXTRACTVM AB ORIGINALI.
L’unico documento storico che ne racconta l’origine è una pergamena, redatta ad Alba il 1 maggio 1655 e firmata da Guglielmo Sanzia, cancelliere vescovile e notaio, e Paolo Brizio, vescovo e conte di Alba. Il testo riporta che su “petizione del vescovo Giovanni Paolo Bucciarelli ed alla presenza di una commissione appositamente incaricata, nella piazza di Castelgrande di Torino un lenzuolo di lino di eguale misura è stato fatto combaciare con il lenzuolo della Sacra Sindone e che a seguito di questa operazione, è rimasta impressa l’immagine del tutto simile all’originale”.
Analisi effettuate dall’Enea individuano nella diversa tessitura di trama e ordito il segreto della realizzazione dell’immagine che sarebbe il risultato di un effetto ottico di grande perizia, giocato sulla visibilità del pannello di colore rosso sottostante il lino. Secondo l’Enea, il telo presenta anche inserimenti di un pigmento non identificato mescolato con sangue in corrispondenza delle ferite del corpo.
Fonte Vivere il piceno
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