Jean Pierre Jonquieres (disegnatore), Velo della Veronica, reliquia a contatto, acquaforte, incisione su lino color crema, 1870, Roma, Italia. Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, Bologna.
Reca l’iscrizione: Vera effigies Sacri Vultus Domini Nostri Jesu Christi quae Romae in Sacrosancta Basilica S. Petri in Vaticano religiosissime adservatur et colitur. In Roma, presso Bianchi al Gesù n. 80 e 81.
In basso sulla destra è apposto sigillo papale in ceralacca.
Il disegno fu eseguito da Jean Pierre Jonquieres attorno al 1860. La consuetudine di riprodurre questa reliquia è da far risalire al miracolo avvenuto in Vaticano nel 1849 quando, esposto ai fedeli, il volto di Cristo divenne straordinariamente vivido e brillante. Da allora, ogni anno per circa 50 anni, furono create riproduzioni del Velo su lino o su seta da offrire ai fedeli in occasione delle esposizioni al pubblico realizzate ogni Domenica della Passione. La parola maiuscola “Gratis” che talvolta compare sotto l’immagine, sta a indicare che la possibilità di toccare questa reliquia è un favore gratuitamente donato e che perciò essa non dovrebbe essere oggetto di speculazione. Sulle riproduzioni autorizzate dal Vaticano si apponeva il sigillo papale in ceralacca e successivamente quello dell’Arciconfraternita del Sacro Volto.
Per quanto ben più rare, esistono stampe della veronica, realizzate in Vaticano anche nel 1700 e nel primo 1800. Queste mostrano generalmente anche la lancia (la reliquia è anch’essa conservata in San Pietro), sono meno belle e meno decorative rispetto a quelle prodotte dopo il 1849.
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