Claudia Rapetti, Via Crucis, VI stazione, disegno, 2015, Roma, Italia.
Una donna, con coraggio e mossa da compassione, esce dalla folla e pulisce il volto di Gesù: dallo strato di polvere mischiato a sangue e sudore riemerge il volto di Dio. Egli è nato in un’epoca in cui non c’erano fotografie e filmati: sono arrivati fino a noi solo dei teli sui quali è impresso un volto. Il nome stesso di Veronica vuol dire Vera Icona, cioè Vera Immagine. Il volto è di Colui che è irradiazione della gloria del Padre (Eb 1,3), un volto di luce che si irradia attraverso i secoli imprime, con una specie di pittura di luce che i nostri scienziati non riescono a spiegare, i suoi lineamenti per rimanere ancora nella storia degli uomini. E quel volto diventa l’Icona: Dio volge la sua faccia verso l’uomo e con ciò stesso dà all’uomo il proprio volto. Dio è colui che guarda con amore e per il suo sguardo, le cose sono quello che sono, per il suo sguardo l’uomo è se stesso (cit. Guardini).
Claudia Rapetti, Meditazione per la VI Stazione, in Gli sguardi della Via Crucis, Agnani, 2015
Segnalato da Leonarda Cleri
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