1330

Maestro del Liber Pantheon, Santa Veronica mostra il velo a due presbiteri, miniatura, Salterio, Innario e Martirologio, ms Hs. 78 C 16, f. 123r, 1331-1340, Milano, Italia. Kupferstichkabinett, Staatliche Museen zu Berlin.

Si tratta di un codice scritto a Milano che presenta un Salterio, un Innario e un Martirologio. La parte più rilevante è rappresentata dal martirologio definito «il primo e unico testo liturgico di questo genere allestito a Milano in età medioevale».

Il 4 febbraio (f. 123r) ricorre la depositio di santa Veronica. Come riporta Odilo Heiming, in area ambrosiana il culto di santa Veronica compare nei calendari per la prima volta nel secolo XII – quindi assai precocemente –, per poi diffondersi nei secoli successivi fino alla soppressione di tale festa per volontà di san Carlo Borromeo. Il Liber notitiae riporta che il 4 febbraio gli ordinarii, ovvero il clero canonicale della cattedrale milanese, per la festa di santa Veronica si recavano in processione all’altare della santa nella chiesa di San Pietro in corte.

La miniatura rappresenta santa Veronica nell’atto di donare il velo a due chierici posti dinanzi a un edificio al cui interno s’intravvede un altare. Secondo gli apocrifi del ciclo di Pilato la santa avrebbe lasciato il sudario a san Clemente, ma, se l’edificio potrebbe rappresentare la chiesa di San Pietro, nessuno dei due presbiteri può essere identificato con il pontefice. Unica ipotesi è una fonte francese che specifica che non si tratta di san Clemente già papa, ma di san Clemente, collaboratore e coadiutore di san Pietro, e amministratore della città di Roma durante i viaggi apostolici del Principe degli Apostoli e durante il suo esilio. (Aurélien des Célestins de l’Ordre de Saint Benoit, Sainte Véronique, apôtre de l’Aquitaine, son tombeau et son culte à Soulac ou Notre-Dame de Fin-des-Terres, Archidiocèse de Bordeaux. Toulouse: L.Hébraile, 1877, pag 252).

Il breve testo che accompagna la miniatura identifica la Veronica con l’emorroissa evangelica, la quale, dopo l’Ascensione di Cristo, lasciò Gerusalemme e suo marito, giunse a Roma ed infine venne sepolta nella chiesa di San Pietro: «Hanc traduntur eam esse mulierem que duodecim annis in profluvio sanguinis laborans cum omnia sua in medicos erogasset et nichil profecisset, tandem tacta Domini vestimenti fimbria sanitatem recepit. Quam etiam aiunt post Domini ascensionem, relicto in Iudea viro suo, Romam venisse ibique in ecclesia sancti Petri in pace quiescere».

Segnalazione e note di Stefano Candiani


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