1350

Gugliemo Burlamacchi, Vita della serafica madre e gloriosissima vedova S.Brigida di Svezia principessa di Nericia, p. 170, nota in Brigida di Svezia, Rivelazioni lib. 4. cap.81, 1350, Roma, Italia.

Ricevette in questo tempo [Anno Santo 1350] non poca consolazione santa Brigida che si mostrava in S. Pietro il Sudario di Cristo, gustando un infinito contento, ogni qualvolta si spiegava questo preziosissimo velo, che in sè contiene la vera effigie del Redentore. Solevasi mostrare per soddisfazione dei pellegrini ogni giorno di festa nella predetta Basilica, con sì straordinario concorso di popolo, che, siccome attesta Matteo Villani, il quale vi fu presente, ne morirono molti, e molti soffocati, e conculcati dalla moltitudine. Vi erano però alcuni, che non credevano a questo Sudario, e tra gli altri un Cavaliere Danese non si vergognò di confessare alla Santa, ch’egli teneva per certo non essere il vero Sudario di Veronica, e perciò era follia il venerare quel velo; a queste parole conturbata non poco la Serafica Madre, si pose in orazione, nella quale le apparve il suo Celeste Sposo, e le disse: «Che ti ha detto quel superbo vantatore? che questo non è veramente il mio Sudario? or ti assicuro, che siccome avvicinandosi la mia dolorosa passione versai dal mio corpo sudore di sangue, così è vero, che in quel velo si contengono i sudori della mia fronte impressi a perpetua memoria delle mie pene, e per consolazione dei fedeli».

brigida

 

 

 


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