XV

La Passion d’Autun, vv. 604-632, testo R[oman], pubblicata da Grace Frank. Société des Anciens Textes Français, pp. 199-200, 1934, Parigi, Francia.

Or parle LA FEME a la fillie.

Fillie, enquy t’entans:

Prenés cectez telle maintenant

Que est aut cornir de l’arche,

Pourté la vandre en la place.

Je ay aporter ung paint.

Deulx jour a que ne manjay:

Ne sçay que feray, tant grant faint ay.

Or parle LOT a la feillie.

Fillie, aporte cette telle,

Et brayes en feront

A scey ribaut de ungne oiesse,

Et de l’autre luy panerunt

La chire que tant luy degotez.

Or parle la FEILLIE a Loth.

Tenés cecte piesse de telle

Que est prime et belle.

Or parle la FILLIE a la feme.

Mere, je ay si grant doleur

De seluy prophete, mon ségnieur,

Que sé fault Juif fellont

Le ont livré a mort.

Ungne grant cross luy chargé,

Lay out l’ont cricifier.

De la telle que je ay aporter

Ungne braye luy fet,

Et de l’autre luy pagne la chire,

Que tote sa figure

En la tella est remie,

Quart oncque ne vis la parrelie.

Or parle l’AVEUGLE

Onne la moy et m’en pagneray

Mes yeulx, et tantout y veray.

Je ay fiance aut saint prophete,

Que a tant de vertus.

Testo in italiano

dautunLa Passione che col Roy, suo primo segnalatore, si chiama di Autun, ci è nota in due versioni quattrocentesche, quella detta dal suo scriba, che era uno scolaro di Autun appunto, di Biard, versione destinata alla recitazione o alla lettura, forse mimo o monologo drammatico (Roy, Faral); e quella analogamente detta di Roman, compendiosa. La sua origine è fuor di dubbio borgognona. Dall’ultima versione è qui tradotto un episodio che manca alla prima come alla Passione del Palatino, e che anche differisce da quella dei Giullari: l’episodio della Veronica che, per esortazione della madre affamata, va al mercato a vendere una ”piesse de telle”: la quale per consiglio dell’ebreo Lot, divisa, servirà per perizoma e per asciugatoio del volto di Gesù. Il nome di Veronica, in questo rapido e poco significativo schema, non compare, com’è innominato l’Aveugle che lo conclude: l’editrice l’identifica arbitrariamente con la Feme, madre di Veronica, mentre si tratterà d’un qualunque miracolando (nato per sdoppiamento da Longino, cui fa riacquistare la vista il sangue del costato); per esempio quel miracolato dal panno della Veronica che è Vespasiano presso Robert de Boron.

Segnalato da Manu


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