1535

Pietro Aretino, La Passione di Giesù, 1535.

Ciò detto, ecco che si gettò a i piedi di Christo Veronica con lagrime, quasi amare come il pianto di Maddalena. E dicendogli; Signore lasciami un segno di te, acciò che al mondo resti memoria de i tuoi miracoli; come resta nel mio corpo, mercé della sanità che la pietade tua gli ha concesso: E vedendo il sudore, che premuto dalla Passione che pativa, li pioveva dalla fronte; disornatasi la testa del velo, non curando gli oltraggi che ella riceveva dalla turba, spingendosi innanzi fece tanto, che gli asciugò il viso. E nello asciugargliene, la sua imagine istessa rimase stampata nel velo. E uscendo dalla effigie uno splendore sì divino, che abbagliava altrui, ne prese sì gran conforto, che obliò il duolo, ch’ella pativa per la doglia sua.

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L’Aretino scrive La Passione dopo essere stato allontanato da Roma, e quasi una decina d’anni dopo il sacco.

Segnalato da Manu

 

 


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