Pietro Strozzi, Velo della Veronica, pittura su tessuto, 1617-1621, Siena, Italia. Chiesa di Santa Maria della Misericordia, convento delle Monacelle, Martina Franca.

Nella base del dipinto vi è applicata una placca argentea con la scritta: S.D.N. Clemente PP XI benigne annuente, exemplum desumptum ex alio quod Urbano PP VIII. Permittente deductum fuit ex imagine ex qua Paulus V. Pont. Max. praesimentibus sine ipsius, seus Successorum licentia exemplum sumere Anathema dixit. SENIS Anno Sal. Dom. MDCCXVI
Secondo Roberto Falcinelli, che ha avuto modo di aprire la cornice, la placca argentea è stata aggiunta successivamente e probabilmente l’originale placca dorata con la nota scritta di Paolo V è andata perduta nel percorso da Siena a Martina Franca.
L’opera venne donata al cardinale Innico Caracciolo vescovo di Aversa (1642-1730), della famiglia ducale di Martina, dai cappuccini di Siena dietro permesso di papa Clemente XI. Per custodire degnamente l’immagine fu riattata la prima cappella a destra della chiesa dei Cappuccini di Martina, immersa nell’ameno paesaggio della valle d’Itria, in cui essa fino alla fine del Settecento era visibile nella macchina lignea dell’altare completamente intarsiato, esposta ai fedeli su un cilindro ruotante con dall’altra parte l’immagine dell’Addolorata, fatto ruotare con un ingegnoso sistema di ingranaggi nascosto nell’altare e restaurato come tutto il retablo ligneo intorno al 2001. Quando i frati cappuccini vennero espropriati, donna Francesca del Giudice, duchessa di Martina, portò la reliquia nel convento delle Monacelle, di diretta proprietà dei duchi di Martina, affidandolo alle monache agostiniane di clausura che ivi risiedevano. Le monache sono oggi ridotte ad un’ultima suora ottantenne che ancora vive qui nel monastero delle Monacelle, la quale ancora oggi espone detta reliquia del Volto Santo in un “sepolcro” (altare della Reposizione) il Giovedì Santo pomeriggio e Venerdì Santo mattina durante il consueto “giro dei Sepolcri”. Fino a circa vent’anni fa, chi aveva bisogno di una grazia da ricevere, dietro il versamento di un’offerta alle Monacelle con tanto di ricevuta, faceva pregare da esse 5, 10, 15 o 20 giorni o anche un mese (una specie di tariffario quindi) il Volto Santo, ancora oggi esposto durante il resto dell’anno nella chiesa del convento. Da circa quindici anni invece l’adiacente parrocchia di San Domenico chiede la reliquia in prestito durante la Settimana Santa per esporla sul proprio altare maggiore. (Fonte Martina news)

Cfr. Roberto Falcinelli, DER SCHLEIER DER VERONICA UND DAS ANTLITZ VON MANOPPELLO Neue Untersuchungen und Erkenntnisse, Vienna 2015.
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