1629

Fra Salvatore Vitale et al., D.O.M. Teatro serafico delle stimmate di Christo: impresse nel santo, immaculato, e virginal corpo del glorioso padre san Francesco, Zanobi Pignoni, pp. 351-352, 1629, Firenze, Italia.

Andando Cristo al Calvario con la Croce in spalla, sudato, stracco, coperto il viso di sangue, saliva, e polvere, passando innanzi alla casa della Veronica, mossa a compassione uscì, & entrò per mezzo della turba, e levandosi il velo dal capo, lo dette a sua Maestà, co’l quale si nettò la faccia; nel quale restò impressa l’imagine del suo sacratissimo volto, e lo rese in pegno del suo amore alla detta Santa Donna. Conservasi questo velo ornato della faccia del Signore, a Roma nella Chiesa Vaticana di S. Pietro. Scrive di questo sudario Adricomio nella descrizzione di Gierusalem, nu. 44. Salignato tomo 8 cap. 7. Paschasio Carmelitano, disp.210. Breydembachio Decano della Chiesa Maguntina 14. Conrado Bruno lib.de imaginibus cap. 13. Conrado Clinghio nel lib. de lecis communibus c. 70. Paulo Grisaldo nella Decisione della fede Cath. vers. imago. Gio Ecch.o de Pas. Chris. act. 5 cons. I. Francesco Suares disp. 54 in 3. par. S. Tho. Medina 3. par. quest.25. art. 3. Rutilio Benzonio lib. I. de fuga, disp, 1.q.2. fol. 59 Ioanne Turrecremata, cap. venerabilem. Alfonso Paleoto nella Sindone cap. 3. E più di 100 altri Autori. Ma è da notare, che quel velo era lungo, e largo, e così fu piegato in doppio, e però restò nell’una, e nell’altra piega il sacro volto impresso, una delle quali è a Roma, l’altra è in Spagna nella città di Giaèn, conservato, e tenuto con la venerazione, che merita; facendo il Signore molti miracoli per mezzo del detto Santo Volto, io l’ho visto, e m’atterrì, e commosse tutte le viscere del mio corpo, e vedesi in esso la guanciata, che fu data in casa d’Anna, vicino all’occhio sinistro se non m’inganno; tutto nero quel colpo, come il fegato. Ecco che in questa imagine, anima redenta, imagine di Dio viva, t’ha lasciato il Sig. una memoria delli travagli, che lui patì per te, stimatizzando quel panno: mostrando in esso quanto sfigurato stava, quanto differente di quello, ch’era quando s’impresse, e stampò nella tela d’Abagaro: acciocché tu lo ringrazij, gl’imiti nel patire; non cercando, né desiderando altra beltà, che quelle, che’l Signore suol dare con la grazia sua, a chi gl’ama. Quelli panni ambedui eron puliti, bianchi, e netti, e però v’impresse il Signore il suo volto; il che farà in te, se tu sei netta di peccato, rinoverà in te quella stampa del suo luminoso volto, che segnò in te quando fusti battezzata; del qual trattando David dice, Signatum es super nos lumen vultus tui Domine.

 

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Segnalato da Manu

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