1818-1824

Anna Caterina Emmerick, Velo della Veronica, in Brentano Clemente, L’amara Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, secondo le Visioni della pia Suora Anna Caterina Emmerick, Soc. Editr. S. Alessandro, 1958, Bergamo, Italia.

1818-1824

138 – Il  Sudario di Santa Veronica

Il corteo entrò in una lunga strada che deviava un po’ a sinistra, dove si diramavano parecchie vie trasversali. Vidi molta gente ben vestita che si recava al tempio e parecchi allontanarsi alla vista di Gesù per il farisaico timore di contaminarsi, mentre altri mostravano un po’ di pietà. Avevano fatto quasi duecento passi, da quando Simone era venuto ad aiutare il Signore a portare la croce, che vidi una donna di alta statura e dall’aspetto imponente uscire da una bella casa e gettarsi sulla strada davanti al corteo; costei portava una giovinetta per mano.

Era Serafia ed era moglie di Sirach, un membro del Consiglio del tempio; in seguito all’avvenimento di questo giorno fu chiamata Veronica da vera icon (vero ritratto). Serafia aveva preparato un eccellente vino aromatico per confortare Gesù sulla via del Dolore.

L’avevo vista correre ai lati del corteo, a fianco dei soldati, teneva per mano la figlia adottiva di circa nove anni. Siccome non le era stato possibile aprirsi un varco attraverso la folla e le guardie per raggiungere il Redentore, la donna era ritornata vicino a casa sua per attendervi il passaggio del corteo. Appena lo vide avanzò velata, andando incontro a Gesù, portava un velo di lino sospeso alle sue spalle;  la fanciulla, si teneva stretta vicino a lei e portava un vaso chiuso pieno di vino aromatico.

Esaltata dall’amore e dalla compassione, Serafia, con la fanciulla che si teneva attaccata alla sua veste, riuscì ad aprirsi un passaggio tra i soldati e i carnefici, giungendo fino a Gesù. E, cadendogli davanti in ginocchio, gli spiegò il velo davanti al volto, dicendo agli altri: “Lasciatemi asciugare il volto del mio Signore”. Gesù prese il velo con la mano sinistra e lo applicò al suo volto insanguinato, poi, appoggiandolo alla mano destra che teneva il capo della croce, strinse il lino tra le sue mani e lo rese ringraziando.

Dopo aver baciato il velo, Serafia se lo mise sotto il manto e si rialzò. La bambina levò allora timidamente il vaso di vino verso Gesù, ma i soldati e i carnefici non permisero che Egli si dissetasse. Il popolo fu presto in tumulto di fronte all’ardire di questo improvviso omaggio.

I farisei e i carnefici, irritati per questo pubblico omaggio reso al Salvatore, si misero a colpire e a maltrattare Gesù, mentre Veronica rientrava in fretta nella sua casa.

Appena rientrata nella sua camera, ella stese il velo sul tavolo e svenne; la bimba si inginocchiò vicino a lei singhiozzando. Un conoscente, che era andato a visitarla, la trovò in questo modo vicino al panno insanguinato di Gesù, sul quale era rimasta impressa in modo meraviglioso l’immagine del suo Volto.

139 – Maria e le pie donne si recano al Clavario

[…] Questo santo gruppo giunse alla casa di Veronica e vi entrò, frattanto anche Pilato e i suoi soldati rientravano, passando per quella strada. Quando Veronica mostrò alle sante donne il volto di Gesù impresso sulla stoffa, esse non poterono trattenere il pianto.

Aggiungiamo qui alcuni particolari su Santa Veronica, rivelati da Suor Emmerick il giorno che il “pellegrino” le fece toccare le reliquie di questa Santa.

Il 2 agosto ebbi una visione particolare: era il terzo anno dopo l’Ascensione di Cristo, vidi l’imperatore romano mandare qualcuno a Gerusalemme per raccogliere informazioni intorno alla morte e alla risurrezione di Gesù. Quando l’informatore dell’imperatore fu di ritorno a Roma, condusse con lui Nicodemo, Serafia e il discepolo Epatras, parente di Giovanna Cusa. Vidi Veronica presso l’imperatore ammalato; il suo letto era elevato su due gradini, una gran tenda pendeva fino a terra.

Nella camera quadrata, non molto grande, non vi erano finestre, la luce proveniva dall’alto e per mezzo di lunghi cordoni si potevano aprire e chiudere le imposte. Nella stanza l’imperatore era solo, i suoi familiari si trovavano nell’anticamera. Vidi Veronica che aveva con sé oltre al Sudario, anche un lenzuolo di Gesù.

La santa donna spiegò il velo davanti all’imperatore, una striscia di stoffa lunga e stretta che ella aveva prima portato sulla testa e intorno al collo. L’impronta del Volto di Gesù, impresso dal sangue, si trovava ad un’estremità, e quand’ella la presentò all’imperatore, prese con la mano destra l’altra estremità del Sudario. In questo modo l’imperatore vide l’impronta di tutto il Santo Volto del Salvatore.

Sul lenzuolo invece vi era l’impronta del Santo Corpo flagellato di Gesù. Credo che fosse un lenzuolo di quelli inviati da Claudia, sui quali il Signore era stato adagiato per essere lavato prima di dargli sepoltura.

Nonostante non avessi visto l’imperatore toccare quelle stoffe, guarì solo alla loro vista. Allora egli volle intrattenere Veronica a Roma e darle una casa con gli schiavi, ma compresi che lei domandò il permesso di ritornare a Gerusalemme per morire nello stesso luogo di Gesù. Vi ritornò infatti: era il tempo della persecuzione contro i Cristiani che ridusse alla miseria e all’esilio Lazzaro e le sue sorelle. Veronica fuggì con altre donne, fu presa e chiusa in una prigione dove morì di fame con il nome di Gesù sulle labbra; il Redentore a cui ella aveva tanto spesso dato il nutrimento terreno, l’aveva ricambiata nutrendola della sua Carne e del suo Sangue per la vita eterna.

Dopo la morte di Veronica vidi il santo Sudario nelle mani delle pie donne, poi in quelle del discepolo Taddeo ad Edessa dove la santa reliquia operò molti miracoli. Lo vidi ancora a Costantinopoli, ed infine fu trasmesso dagli Apostoli alla Santa Chiesa.

Ho creduto di vedere il santo Velo a Torino, città in cui si trova pure la Sindone del Salvatore.

La storia di molte stoffe sacre si perde nella mia memoria e nelle mie visioni.

Da: Anna Caterina Emmerick, La vita della Madonna, a cura di Vincenzo Noja, Editrice Ancilla, 2002, pp.351-352

Anna Katharina Emmerick nacque nel 1774 a Flamske, in Germania, e fin da giovane manifestò una particolare devozione alla passione del Signore. Entrata nel 1802 fra le agostiniane di Agnetenberg, nel 1811 quando le leggi napoleoniche soppressero il convento, venne accolta in una casa privata a Dülmen. Costretta a letto dalle malattie e da una debolezza continua, conobbe nel 1818 Clemens Brentano, che prese a registrare le visioni-contemplazioni di cui la Emmerick, in mezzo a gravi sofferenze, fu a lungo favorita. In genere gli studiosi attribuiscono una parte importante in questi testi alla penna e all’arte di Brentano; e tuttavia alla base di tutto ammettono l’umile monaca e mistica A.K. Emmerick. Morì il 9 febbraio 1824. Il 3 ottobre del 2004 Giovanni Paolo II l’ha dichiarata beata.


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