1981-82

Suraya (Soraya) Rahoman, VI Affetto, Via Crucis, VI stazione, olio, 1981-1982, Cappella Seminario Minore, Dinajpur, Bangladesh.

Soraya

La Via Crucis è stata richiesta da P. Adolfo L’Imperio rettore del Seminario che desiderava una Via Crucis Bengalese. Suraya Rahoman, artista musulmana, prima di decidere volle leggere il racconto della Passione di Gesù e chiese di avere tutto il tempo necessario per riflettere. Quando, dopo due anni,  presentò ai seminaristi la sua opera era profondamente commossa: il dolore di Gesù le aveva toccato il cuore.

P. Adolfo ha provveduto a stampare in un libretto i quattordici quadri di Suraya, il racconto della “Via Crucis”, e le Preghiere in Bengalese: libretto che viene usato ancora oggi  in tutte le Chiese del Bangladesh

Nel volume sono riportati anche i brevi commenti, scritti da Suraya, alle quattordici Stazioni. Per la sesta stazione scrive: “Affetto. Presa dalla sua pena; sulla via le lasciò, sul candido panno, bagnato di lacrime, un tocco intimo”

Soraya ha rappresentato la Veronica, con il sari bianco delle donne che sono nel lutto e nel dolore. Il volto di Gesù sembra impresso direttamente sul sari di Veronica, a indicare che deve essere scolpito nei nostri cuori, ed accompagnarci, sempre, nel cammino della vita. 

Soraya disse che ciò che trovò più difficile da dipingere fu il volto di chi, innocente, soffre ingiustamente eppure non esprime rabbia e odio, ma pace e serenità.

“O Signore Misericordioso, dona anche a me, come quel giorno, il velo splendente della Veronica, perché il tuo volto sia impresso sempre nel mio cuore, e possa affrontare, senza timore, le tempeste della vita…”. Queste le parole del canto, che nella musica bengalese ha un ritmo molto dolce, che accompagna la meditazione dell’incontro di Cristo con la Veronica.


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