Prima metà XVI secolo

Angelo Bizamano (attribuito), Mandylion o Velo della Veronica, fastigio, tempera su tavola, 1500-1599, Sacrestia della Cattedrale, Otranto (Le), Italia.

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La bocca aperta, forse coi denti visibili, dimostra una contaminazione iconografica con la Veronica romana.

“E’ una tavoletta a tempera di cm. 15 x 26 con le iscrizioni ai lati IC XC. Riproduce il volto di Gesù perfettamente frontale e simmetrico, tranne per la punta della barba che si discosta leggermente dall’asse centrale, e per le due ciocche appuntite che scendono fino all’estremità della barba. Lo sfondo è rosso-scuro, delimitato da un drappeggio bianco, orlato, in alto, con gruppi di tre puntini bianchi disposti a forma di cerchio, di giglio e di rombo; in basso, con una sequenza ininterrotta di puntini, anch’essi bianchi. Il Mandilio di Otranto non è firmato, ma si attribuisce ai Bizamano. Anche al Museo Provinciale di Lecce vi è un Mandylion (Volto Santo) a tempera su tavola di cm. 24,5 x 24,5 con le iscrizioni IC XC. E’ molto simile a quello di Otranto”. (G. Gianfreda, Iconografia di Otranto tra Oriente e Occidente, Edizioni Del Grifo, Lecce 1994, p. 66).

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Pare che la bottega dei Bizamano fosse a conoscenza della Sindone. Sono pittori locali operanti tra la fine del XV secolo e la prima metà del XVI, che hanno lavorato anche in Dalmazia e a Venezia.

Il più importante era Angelo Bizamano (1467 ca – 1532 ca), poi c’era Donato, che era forse suo fratello.

 


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