XVIII-XIX

Stendardo Compagnia di Vacri, gonfalone, 1700-1899, Vacri (Ch), Italia.

Vacri

La compagnia di Vacri, in provincia di Chieti – che comprende persone di tutte le età – è sempre stata presente ai riti di maggio, senza soluzioni di continuità nel tempo. La comunità è preceduta da tre ragazzi che hanno fatto nell’anno la Prima Comunione.

Fino agli anni sessanta la comunità raggiungeva Manoppello a piedi seguendo un itinerario che prevedeva l’attraversamento di vari paesi tra cui Semivicoli, Fara Filiorum Petri, Roccamontepiano e Serramonacesca, spesso tagliando per i sentieri collinari, sui quali convergevano anche altre compagnie pure dirette a Manoppello. Oggi la Compagnia raggiunge con il pullman Manoppello, ma durante il percorso per il Santuario vengono ancora riproposti i canti e le preghiere che un tempo contrassegnavano il pellegrinaggio a piedi. Tali canti sono stati recentemente raccolti in un opuscolo realizzato a cura del “Comitato di Vacri per il Volto Santo”, che opera nell’ambito delle attività della Parrocchia di San Biagio di Vacri. In passato, la compagnia rimaneva a Manoppello anche il lunedì – come altre compagnie – partecipando alla processione che riportava il Volto Santo nel Santuario.

Dal libro dei canti riportiamo alcuni versi di “O santissimo Volto Santo” cantato dai pellegrini mentre lasciano il Santuario.

O santissimo Volto Santo Mo’ nu ce n’arieme, 
dacci la santa benedizione pe’ putercene ariturnà,

O santissimo Volto Santo Mo’ nu ce n’arieme, 
se n’ già revedeme quà c’iarevedema all’eternità.

Un’altra compagnia – quasi esclusivamente rappresentata da donne – proviene da Carpineto della Nora, in provincia di Pescara, con in testa lo stendardo che durante l’anno è custodito nella chiesa parrocchiale.

Anche i componenti più anziani non hanno saputo indicare a quale anno o periodo risale il tradizionale pellegrinaggio a Manoppello delle rispettive comunità, ma tutti concordano che si tratta di forme di devozione tramandata di generazione in generazione, con origini lontane nel tempo, rispetto alle quali si pongono in continuità.

Nel 1703 viene fatta la prima processione dal Santuario a Manoppello. Dal 1750 è fissata alla terza domenica di maggio. Da sempre sono affluite compagnie di pellegrini che per consuetudini si collocano in testa alla processione.

Padre Filippo da Tussio nelle sue “Memorie storiche del Volto Santo” (1875) descrive efficacemente la festa di maggio “alla quale concorrevan numerose popolazioni non solo dal paese circonvicino, ma anche da luoghi lontani”, sottolineando come il paese accogliesse “le molte e numerose compagnie di pellegrini provenienti da lontani paesi, dai vespri del venerdì sino al mattino di domenica. È un continuo arrivar di Pellegrini, ed un continuo accoglimento che loro si fa da manoppellesi e quindi tributare insieme i loro omaggi al V.S.“.

Fino agli anni sessanta, molti pellegrini trovavano ospitalità in case e stalle del paese, mentre altri preferivano addormentarsi sul nudo pavimento del santuario, come in altri santuari, praticando l’antico rito della “incubazione” (incubatio), cui la devozione popolare attribuiva effetti penitenziali (cfr. V. Cianfarani, Culture Adriatiche antiche d’Abruzzo e Molise, 1978, p. 109).

Cfr. Antonio Bini, La processione di maggio e la devozione popolare – le compagnie di pellegrini (PDF)  in Bollettino Volto Santo 1/2011

 


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